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giovedì 11 ottobre 2007

Auto e Austrade intelligenti - Robotizzare la mobilità

Mettiamo che abbiamo la tecnologia per far viaggiare le macchine autonomamente (senza pilota umano).
Ora, le opzioni di controllo sarebbero 2:
1) Creare un sistema centralizzato che si occupi del coordinamento delle macchine, ad es. su un’autostrada; la macchina, quindi, non possiede altro che un sistema di controllo sul motore e un sistema ricevente che, in base al sistema centralizzato, si sposta nel traffico.
2) Creare un sistema “distribuito” in cui la singola macchina abbia un sorta d’intelligenza che gli permetta di capire, autonomamente, in che situazione si trovi. Ad es. la distanza da altre macchine, la presenza di pedoni, etc. Inoltre, potendo dotare le strade di “segnaletica elettronica” (da cui la macchina possa trarre informazioni a distanza), permetterebbe al veicolo di fare scelte “giuste”.

Nel caso 1) sarebbe veramente un pasticcio gestire una così enorme quantità di macchine per un unico sistema; ma sarebbe fattibile. Soprattutto perché, se ci pensiamo, il fatto che il traffico sia di difficile gestione, dipende dal fatto che, in ogni macchina, c’è un cervello che ragiona in modo differente e che vuole raggiungere mete differenti, che può confondersi e non conoscere le intenzioni altrui. Nel caso della gestione centralizzata (una A.I. per ogni tratto autostradale, ad es.) le macchine verrebbero, per forza di cose, mosse in modo il più possibile lineare e quindi gestibile. Di fatto, questa soluzione, sarebbe anche più fattibile per i compratori, poiché il costo della robotizzazione del veicolo sarebbe depauperato dal fatto di NON avere un’intelligenza artificiale, ma di utilizzare quella autostradale.
Ma che succederebbe se una macchina avesse la centralina mal funzionante? L’autostrada non riuscirebbe più a gestire quel singolo evento, non potendo più comunicare con essa in modo attivo, e questa macchina potrebbe mettere in pericolo le auto adiacenti, creando a sua volta, una serie di auto ingestibili come la prima. Di certo gli incidenti sarebbero comunque diminuiti, perché l’autostrada avvertirebbe tutte le altre auto di rallentare, ma una situazione gli sarebbe scappata di mano. C’è un sottile parallelismo con i sistemi dittatoriali: puoi cercare di controllare tutto, ma inevitabilmente ci sarà sempre qualcosa che sfugge dal sistema di coordinamento.
Un altro grande difetto si espliciterebbe, come per tutti i sistemi centralizzati, se la centralina “intelligente” andasse a rotoli. Che farebbero le macchine a quel punto? E quelle che, in quel momento, fossero in situazioni potenzialmente pericolose?

Nel caso 2), invece, la questione sarebbe più complicata.
I vantaggi sono chiari: una macchina intelligente lo è indifferentemente dal luogo in cui giace, che sia in un’autostrada “intelligente” o in un paesello dell’era passata; essa integrerebbe tutti i sistemi che le permetterebbero di “adattarsi” a situazioni impreviste.
Gli svantaggi, però, ad una prima analisi sembrano essere importanti: ci sarebbero dei casi “difficili” da calcolare pure per una A.I. Difatti, la non esistenza d’un controllo centralizzato, equivarrebbe a dire che ogni macchina tenderebbe a seguire il proprio percorso, adeguandolo al traffico, o in generale alle condizioni esterne; il che provocherebbe un impressionante intrecciarsi di tracciati (possibilmente non intersecantesi :D).
Certo, dotando le macchine di sistemi di intercomunicazione, esse potrebbero comunicarsi le intenzioni e produrre decisioni più corrette. Di certo, sarebbe un bel costo per gli utenti finali. E’ una tecnologia non semplice.

Probabilmente, la soluzione migliore sarebbe la 3) (non scritta), in cui si ha un merge di 1) e 2). In tal modo si potrebbero vendere le macchine “più intelligenti” a chi se lo può permettere, creandone il mercato e riducendone i costi di produzione a lungo termine (come tutta la tecnologia attuale). Ai “poveri” si potrebbe proporre macchine che invece siano del 1) tipo, che, cmq, apporterebbero dei vantaggi rispetto alla situazione attuale.Ovviamente, l’intento sarebbe quello di raggiungere in 15-20 anni, una situazione in cui ogni veicolo abbia sia la possibilità di reagire autonomamente, sia quella di farsi influenzare da macrosistemi come le “autostrade intelligenti”, in modo che, in situazioni imprevedibili, l’intelligenza distribuita sulle singole auto si possa “adattare” alla nuova situazione, scongiurandone il pericolo.

Inserviente robotico!

Feroz Ahmed Siddiky, uno studente della International Islamic University in Chittagong (Bangladeshi), ha sviluppato un robot partendo da materiale elettronico e meccanico di recupero.
Il progetto, in via di completamento, è finalizzato a sviluppare un vero e proprio inserviente, ossia un robot a cui lasciare i lavori più faticosi e noiosi dell'ambito casalingo, come lavorativo.

Inoltre, lodevole nel pensiero, il robot sarà sviluppato con l'intento d'essere venduto a meno di 1000$.

Date un'occhiata al video!

Nota del tutto personale: il robot sembra essere ad uno stato abbastanza brado, come vedrete o avete già visto dal video, non ha molta mobilità. C'è da dire che l'ultimo anno che servirà a Siddiky per completare la sua opera, sarà dedicata al solo engineering, forse con la speranza di trasformare l'intelligenza artificiale del robot in qualche azione degna di nota!

lunedì 8 ottobre 2007

H.A.L. - Robot Suit

Per chi non avesse ancora letto di questa notizia, è stato sviluppato da un professore giapponese di robotica, una "tuta-robotica" che, adeguatamente indossata, permette di sollevare pesi molto oltre la nostra normale portata.
Non solo, la tuta aiuta il movimento sia degli arti superiori che inferiori; quindi, oltre l'uso "industriale" volto a potenziare i dipendenti nel trasporto merci, se ne scorge un uso "medico", diretto all'aiuto di pazienti con problemi motori.

Date un'occhiata al video!