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venerdì 29 agosto 2008

Food porn e Astrazione

Io questa la chiamo astrazione: l'atto per cui l'uomo trascende l'immanente e si tuffa nel proprio iperuranio dei piaceri. E penso che questo sia solo un esempio dei tanti che descrivono la punta dell'iceberg di ciò che una mente può fare. Una trascendenza di questo tipo, pensaci, è nell'era di Internet il fenomeno più ovvio da ipotizzare.

Siamo la generazione che ha visto trasformare le informazioni da cartacee a elettriche su cavo e, infine, a segnali invisibili che permeano l'aria.
Siamo la generazione che si sta pian piano abituando a pensare ad un negozio, non più come un luogo, ma come un concetto, passando dall'andare a comprare in un negozio, ad andare a comprare su internet.
Siamo la generazione che per tenersi in contatto con gli amici, ne li vede, ne li sente: molto spesso gli scrive. Attraverso cellulari o chat. Abbiamo trasceso lo spazio ed il tempo per la comunicazione.
Siamo la generazione abituata in larga parte a discutere della discussione stessa.
Siamo la generazione che si sta confrontando non più con il proprio vicinato e basta, ma con le realtà di paesi distantissimi. Seguiamo le elezioni presidenziali americane, siamo preoccupati dei diritti in Tibet e dell'AIDS in Africa. Vediamo costantemente materiale cimematografico che con il nostro paese a poco a che fare. Vediamo film degli anni venti, come degli anni ottanta come film che devono ancora uscire al cinema.
Siamo la generazione che è ormai abituata a vedere trasformazioni estetiche. Capigliatura, colore della pelle, trucco, eleborazioni grafiche al computer, mode differenti, stili bizzarri. Non ci stupiamo poi così tanto e ci abituiamo con molta facilità. Alla fine conta la persona, non il suo modo di vestire.
Siamo la generazione che considera la filosofia una chiacchera colta e la scienza come una religione difficile da capire, ma meritevole della nostra fiducia.
Siamo la generazione delle statistiche. Non importa più come si comportano le persone intorno a te, poiché "le statatistiche parlano chiaro".
Siamo la generazione del food porn. :-)

http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/scienza_e_tecnologia/foodporn/foodporn/foodporn.html

lunedì 2 giugno 2008

Facial Animation

Quest'animazione in particolare, manca ancora di perfezione, ma come potete vedere è assolutamente sulla buona strada!!!

Robotic Mule

Wow!!! E' bellissimo questo Mulo Robot!!! Quando perde l'equilibrio e lo riacquista sembra vivo!
Stupendo!!!

L'azienda che l'ha prodotto è la Boston Dynamic.


sabato 26 aprile 2008

Grande, Grande, Grande...

Per chi non conoscesse questo film: IL GRANDE DITTATORE, di Charlie Chaplin.

Perché ciò che ci pare ovviamente giusto, banalmente corretto, poi si rivela essere così difficile da realizzare?
Non trovo assolutamente inutile che qualcuno ci rinfreschi la memoria...

Godevi questo piccolo assaggio:

lunedì 3 marzo 2008

Nokia Morph

Come non dare voce a quest'idea (sì perché più di questo, per ora, mi pare non sia)? E' realmente rivoluzionaria: si è finalmente arrivati (almeno potenzialmente) ad un concetto molto più dinamico e intrecciato dell'informatica (e tutto ciò che ormai comporta) con la scienza dei materiali.

Poche parole. Signori e signore, Nokia Morph:

mercoledì 27 febbraio 2008

Adattamento passivo e attivo

A mio parere esistono principalmente due tipi d'adattamento: attivo e passivo.
Quale dei due il migliore? Dipende dallo scopo in cui lo si analizza.
Mi spiego meglio.

L'adattamento attivo è quello che permette di adattarsi ad una nuova situazione, sfruttandone tutti i particolari a proprio vantaggio.
Un esempio? Robinson Crusoe è l'archetipo dell'adattamento attivo.
La situazione nuova: rimanere su un'isola deserta.
L'adattamento attivo: sfruttarne tutti i particolari (presenza di alberi, frutti, animali selvatici, mare) a proprio vantaggio (legna e cibo).
Il non-plus-ultra dell'intelligenza agli occhi di molti.

E l'adattamento passivo?
E' quello della malleabilità. Un oggetto malleabile, tipo il pongo (ve lo ricordate ancora?), può essere inserito in qualsiasi spazio a disposizione. Non ha una forma vera e propria, ma l'acquisisce dal contesto. Lo si può incontrare in una particolare forma, ma è solo temporanea.

Di certo, un uomo o una donna "malleabili" non danno proprio l'idea di qualcosa di positivo. Invece, l'adattamento attivo è sinonimo d'intelligenza: il massimo ricavo dagli elementi a disposizione.

Da un punto di vista semplicistico si può capire come entrambi gli adattamenti abbiano un aspetto positivo e uno negativo.

Una persona che ha un'alta capacità di adattamento attivo di certo sa controllare il proprio mondo, vive con una piena consapevolezza di cosa può fare e di dove vuole arrivare.
Certo che, però, raggiungere degli obbiettivi (costruirsi una baracca con certe comodità, ad esempio) costa fatica e seppur intelligente e volenteroso l'"attivo" deve comunque scontrarsi con il duro lavoro.
Un esempio è la nostra società (a grandi linee). La società permette, alle persone che ne fanno parte, una serie di comodità. Queste, però, sono comunque frutto di duro lavoro; magari non direttamente dal proprio (se sono un informatico non metto di certo l'asfalto sulle strade), ma sicuramente indirettamente (parte di quello che guadagno viene dato, sotto forma di tasse, allo stato e al comune che fa le strade).

Quindi, a mio parere, in un contesto di un grosso cambiamento, seguito da cambiamenti di piccole dimensioni, sicuramente un atteggiamento attivo è quello che, da un punto di vista delle comodità, è il migliore.

E quello passivo? Qual è il suo lato positivo? Dove può essere, un atteggiamento malleabile, considerato positivo?

Se i cambiamenti sono veloci, se i cambiamenti permettono il duro lavoro quel tanto che basta per fargli innalzare i propri pilastri per poi distruggerglieli, bé, qui l'atteggiamento attivo è qualcosa di veramente faticoso e poco remunerativo.
E, come avrete già capito, l'atteggiamento passivo, da un punto di vista di "sopravvivenza psicologica" è decisamente superiore.
Magari potreste pure ribattermi che in un "essere malleabile" c'è ben poco di "psicologico" da far sopravvivere; ma questo non è vero, a mio avviso. E' un tipo di adattamento ben solido. Implica la capacità di non vedersi mai completamente identificati con un ruolo, mai dedicati completamente a delle abitudini.

Una buona metafora per i due atteggiamenti sono gli alberi. Se ipotizziamo che un albero maestoso nella sua grandezza abbia delle radici numerose, profonde e spesse, intese a sostentarne tutta l'impalcatura, mentre un alberello non possa vantare che radici corte, poco numerose e sottili, ne viene la metafora.
L'albero maestoso è la persona dall'atteggiamento attivo. Impone al sua presenza intelligente sul territorio; ma che fatica se viene sradicato e piantato in altro suolo. Tutta l'impalcatura creata non potrà sostentarsi da subito e dovrà pian piano essere completamente ristabilita, magari in modo totalmente differente.
L'alberello è invece la persona dall'atteggiamento passivo. Poco radicata nel vecchio suolo, quando spostata ha poco da adattare.

Ora vi chiedo: da un punto di vista biologico di conservazione della specie, qual'è l'atteggiamento migliore?
Dipende; infatti, per certi motivi sicuramente l'alberello, in condizioni di mutazione improvvisa dei fattori esterni può facilmente adattarsi (un esempio per tutti: i batteri sono organismi, come organismo è anche l'uomo, ma di infinitesima complessità; difatti, ciò permette loro di adattarsi con stupenda facilità).
C'è anche da dire che il grande albero, invece, nonostante la sua incapacità d'adattamento a continui grossi cambiamenti, s'impone sull'ambiente, differentemente dall'alberello. Questo gli permette di mitigare i cambiamenti che potrebbero metterlo in crisi.

Pensiamoci un po': l'ingegneria nella nostra società non fa proprio questo? La capacità tecnologica d'una società è strettamente legata alla propria capacità d'adattamento attivo: ora "attivo" è doppiamente attivo. Esso implica non solo 1) lo sfruttamento intelligente delle risorse del contesto, ma anche 2) la modifica del contesto per renderlo a proprio pacimento.

lunedì 4 febbraio 2008

Stupidità...

Ho sempre pensato che ogni aspetto del carattere delle persone (me compreso) abbia sempre un aspetto positivo come uno negativo.

Notate, non affermo che nel carattere di ogni persona c'è aspetto buono e aspetto cattivo. Questo sarebbe banale.

Affermo invece che nel carattere di ognuno di noi ogni aspetto può essere interpretato positivamente e negativamente. Notate nuovamente: non "o", ma "e".


Un esempio per capirci più chiaramente?

Uno degli aspetti che la cultura occidentale ha sviluppato è stato l'antagonismo verso il pregiudizio. Ovviamente, sono completamente d'accordo sul fatto che il pregiudizio abbia dei risvolti assolutamente negativi e da combattere a spada tratta.

Ciò verso cui non sono d'accordo e pensare che sia una caratteristica demoniaca.

Difatti, pensiamoci, il pregiudizio ci aiuta in tante situazioni.

Se state camminando da notte, da soli, vicino ad un parco non ben illuminato, il pregiudizio (di pensare quel parco come possibile covo di mal intenzionati) vi fa stare bel alla larga.

Penso che addirittura, si possa spiegare evolutivamente (è un mio pensiero, non supportato, che io sappia, da alcuna verifica): è un meccanismo di difesa che ci permette di discernere, in base alla conoscenza incompleta che abbiamo, se un posto o una persona merita la nostra fiducia.


Vi riporto un articolo che ho trovato in rete che supporta la mia tesi. In particolare mostra un pensiero originale su come si possa ritenere "intelligente" (nel senso "adattativo" del termine) la stupidità (per leggere direttamente dalla fonte, cliccate sul titolo di questo post; per saggiare con propria mano un esempio di "stupidità" guardare la foto a lato):



Secondo molti studiosi, ha in se' anche una funzione evolutiva: puo' farci compiere atti avventati che, però, possono portarci ad un nuovo progresso


Roma, 21 gen. - (Adnkronos) - Infinita, contagiosa, spesso inguaribile. E' la stupidita' che ognuno di noi si porta dentro, ma che, secondo molti studiosi, ha in se' anche una funzione evolutiva: puo' farci compiere atti avventati, errori che, se riconosciuti, possono portarci ad un nuovo progresso, ad una nuova conoscenza. ''In quanto atteggiamento irrazionale, consente all'uomo di accettare sfide che normalmente non accetterebbe. E la deviazione dalla stupidita' porta alla genialita' e all'invenzione di soluzioni innovative'' spiega Francesco Betti, autore de 'Le strategie della stupidita'' che, insieme ad un prestigioso team di esperti, affrontano nell'ultimo numero di 'Focus' tutti i risvolti di questa forza irrazionale e imprevedibile.
''Due cose sono infinite: l'universo e la stupidita' umana, ma riguardo all'universo ho ancora dei dubbi''. Cosi' Albert Einstein definiva un problema tanto antico quanto irrisolto. Un problema a cui il mensile Gruner+Jahr/Mondadori diretto da Sandro Boeri ha deciso di dedicare nel nuovo numero un'inedita indagine per scoprirne le origini, attraverso l'esperienza di studiosi che hanno condotto ricerche a riguardo. Secondo molti esperti, l'uomo porta in se' la stupidita' da sempre, il primo fu proprio Adamo, che per un frutto perse il paradiso. Ma cosa si intende per stupidita'?
Di certo non l'opposto di intelligenza, poiche' anche gli intelligenti possono compiere azioni da stupidi senza accorgersene o ammetterlo a se stessi. Una definizione della stupidita' arriva dallo storico ed economista Carlo Cipolla: una persona stupida e' quella che causa un danno a un'altra persona o a un gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per se', o addirittura subendo una perdita. ''La nostra vita e' punteggiata da perdite economiche, di tempo o di energie. -dice lo studioso- E la causa sono le improbabili azioni di qualche assurda creatura, che nei momenti piu' impensabili ci provoca danni, per di piu' non guadagnandoci nulla in cambio''. Ma, solo alcuni sono stupidi?
In realta' no, dicono gli esperti. Forse lo siamo proprio tutti. Secondo Gianfranco Livraghi, ricercatore e autore de 'Il potere della stupidita'', ''si tende ad etichettare come stupidi tutti i comportamenti che non rientrano nei nostri schemi mentali ordinari. Ma pensare che solo gli altri siano stupidi e' un circolo vizioso. In ognuno di noi c'e' un fattore di stupidita' che e' sempre maggiore di quello che pensiamo''. Dunque la stupidita' non e' una prerogativa solo di alcune persone. Il problema e' che difficilmente ci si rende conto di esserlo.
Questa ''nemica invincibile'' e' stata a lungo studiata per capire davvero da cosa provenga. ''In ambito clinico la stupidita' e' la malattia peggiore, perche' e' inguaribile'' spiega Luigi Agnolli, docente di psicologia della comunicazione all'universita' di Milano-Bicocca. Che aggiunge: ''Lo stupido e' portato a ripetere sempre gli stessi comportamenti perche' non e' in grado di capire il danno che fa e quindi non puo' autocorreggersi''.
Uno studio dell'universita' inglese di Exeter ha identificato un'area nel cervello, nella regione temporale della corteccia, che si attiva per non ripetere un errore gia' commesso. Se alla base della stupidita' ci fosse un'anomalia di questa regione forse un domani sara' possibile correggerla con un intervento.
Tuttavia la stupidita' ha una funzione evolutiva: serve a farci compiere atti avventati, che in molti casi possono essere piu' utili del non far nulla. ''In quanto atteggiamento irrazionale, consente all'uomo di accettare sfide che normalmente non accetterebbe. E la deviazione dalla stupidita' porta alla genialita' e all'invenzione di soluzioni innovative'' osserva, dunque, l'autore de 'Le strategie della stupidita'', Francesco Betti. Nell'esperienza dell'errore c'e' sempre un progresso della conoscenza. Quindi bisogna riconoscere e annullare gli errori. Non a caso lo scrittore Paul Vale'ry diceva: ''C'e' uno stupido dentro di me. Devo approfittare dei suoi errori''.
Storicamente la stupidita' e' una piaga che affligge l'umanita'. ''Non potremo mai sconfiggerla del tutto -afferma ancora Carlo Cipolla- ma i suoi effetti possono essere meno gravi se capiamo come funziona''. Cipolla ha individuato tre caratteristiche per prevenire e curare. Eccole. La prima: La stupidita' e' inconsapevole e recidiva. Dunque, chi e' stupido non lo sa ed e' quindi piu' pericoloso. La seconda caratteristica: La stupidita' e' contagiosa. Le folle sono piu' stupide delle singole persone che la compongono. Il contagio emotivo diminuisce le capacita' critiche.
La terza e ultima caratteristica individuata da Cipolla tocca il potere e alcune figure storiche che lo hanno gestito. ''Il potere rende stupidi'' diceva Nietzsche. Basti pensare a Luigi XVI, che nel giorno della presa della Bastiglia appunto' sul suo diario ''Oggi niente di nuovo''. Come non ricordare anche la decisione di Napoleone di attaccare la Russia in pieno inverno, col risultato che l'armata francese venne decimata dal freddo prima che dalla battaglia, o le disfatte prevedibili di Caporetto, Vietnam e Iraq di oggi.

Pioggia...



Ieri, per la prima volta, ho scoperto come si dice e si scrive "pioggia" in cinese:





e mi è subito venuto agli occhi un'immagine ben chiara: quella d'una finestra a due ante, contro cui scorrono delle gocce d'acqua!

Non solo!

La pronuncia di questo carattere è yu3 (il 3 indica il tipo di tono da utilizzare), che ricorda proprio acqua che viene "g...iuù"!!


lunedì 14 gennaio 2008

Wubi Xing Input Method 五笔型- How install it under XP Home


Sono riuscito ad installare il Wubi Xing 五笔型 (su XP home)!!


Questo metodo permette d'inserire caratteri cinesi attraverso un metodo grafico, contrariamente a quanto avviene con il sistema preinstallato su Win XP. Difatti, quest'ultimo necessita la conoscoscenza pinyin (fonetica) dell'ideogramma. Purtroppo, non sempre (o quasi mai) possiamo saperlo.

Se volete usarlo, prima scaricate i due file seguenti:

ime_gen.rar: http://www.mediafire.com/?1ynnn0ynojn

wubi.rar: http://www.mediafire.com/?fngjyqal9wn

Seguite queste indicazioni (prese da http://www.chinese-forums.com/showthread.php?t=20102#nuwiki_footnote_anchor_1):

Download the ime_gen.zip and wubi.zip files attached to this thread. (NOTE: wubi.zip is currently not attached due to being too large).
Copy the contents the directory 'ImeGen5' to C:\WINDOWS\SYSTEM32 (assuming C:\ is where Windows is installed to)
Copy the .MB file for the method to C:\WINDOWS\SYSTEM32
Check that there is no .IME file with the same name as the one you want. If so, erase it.
Launch the program IMEGEN.EXE
Go to the second tab. Click on the (O) button at the top.
Select the .MB file for the desired IME.
Click on the bottom button (R), and a .TXT file is created
Go to the first tab. Click on the (W) button at the top. Select the .TXT file which was created during the previous step.
Click on the third button (C) from the bottom, and a box will open.
Click on the first button (K) at the bottom.
A box opens speaking about BITMAPs. Click OK
A box opens speaking about ICONs. Click OK
Answer yes to the final question to install the new IME.
Finished! A new IME is available in the list at the icon at the bottom right in the taskbar.

Il sistema è un po' complicato all'inizio, perciò vi consiglio il seguente sito, in cui ci sono delle ottime spiegazioni (inglese):
http://www.yale.edu/chinesemac/wubi/xing.html#ch4

Mentre http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/6/60/5strokes.jpg troverete un'immagine della tastiera.

In bocca al lupo!!!