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mercoledì 15 agosto 2007

L'evoluzione della Rete

Questa è una lista delle "versioni" del web. Premetto che essa è consistente con la realtà fino alla 2.0. Da lì in poi sono speculazioni.
Nonostante questo, tali speculazioni si fanno interessanti, soprattutto nelle versioni 4.0 e 5.0. Stimolano la fantasia.

Web 1.0: web as extension of PC hard drive / people talking to machines
Web 2.0: web as application platform complementing PC operating system and hard drive / people talking to people
Web 3.0: web as universal computing grid replacing PC operating system and hard drive / machines talking to machines
Web 4.0: web as artificial intelligence complementing human race
Web 5.0: web as artificial intelligence supplanting human race

Ora, prendiamo solo quello che è "futuribile", ossia che si può accreditare d'una buona probabilità di realizzazione.
Ovviamente, la versione 5.0, per essere scettici, non è futuribile; chi mai permetterebbe all'intelligenza artificiale scaturita dal web (o alle intelligenze), di farci soppiantare? Certo è che se la rete, il web, fosse completamente in mano alle A.I. (intelligenze artificiali), allora queste, mosse da chissà quale scopo dispotico, potrebbero mettere in crisi i mercati finanziari mondiali che, in questi anni futuri di cui stiamo immaginando, si baseranno soprattutto (pensate che oggi non lo sia?) sulle transazioni via web.
Non solo, penso che l'idea d'una macro-intelligenza che possa soppiantare la razza umana si debba basare su dei presupposti meccanici e sensoriali che, per ora, la rete non possiede. Mi spiego meglio.
Mettiamo che succeda adesso. Una qualche forma d'intelligenza artificiale inizia a "giocare" con internet (se stesso) in modo assolutamente dannoso per tutte le attività umane.
Una A.I. di tale tipo, sarebbe allora ben poco attribuibile d'intelligenza, perché ora come ora, l'energia elettrica e il processo meccanico d'accensione dei pc è a strettamente correlato con l'uomo. Per cui vale il sillogismo: (no uomo) => (no web).
Il soppiantamento della razza umana, come dicevo, dev'essere supportato non solo dal web, inteso come cervello di questa ipotetica A.I., ma anche dalla possibilità di auto-sostentamento e auto-difesa (dagli uomini che, di certo, non starebbero a guardare inattivamente).
Per quello intendo dire che rispetto alle premesse tecnologiche odierne, da cui partiamo per visitare il futuribile, mi pare improbabile che si realizzi il suddetto web 5.0.

Il più interessante, meno catastrofico e, anzi, il più costruttivo dei web summezionati è sicuramente la versione 4.0.
Tralasciamo il verbo "complementing" che può essere usato sia nel senso di "complemento" (nei termini insiemistici, se definiamo un insieme U che chiamiamo universo e un sott'insieme di U che chiamiamo S, il complemento di S è tutto ciò che rimane in U quando tolgo tutti gli elementi di S); tralasciamo anche l'altra traduzione, "completamento" (che è praticamente sinonimo della prima); tralasciamoli perché non vedo i limiti del nostro "insieme Universo delle capacità che potremmo avere e non abbiamo" e inoltre, non vedo come una A.I. possa ricoprirli (dovrebbe essere una A.G., Angel of God, per far ciò...).

Fatto ciò, sostitugliamo a "complementing" il verbo "extending" e pensiamo.

Una rete telematica che sopporterà una estesa A.I. (o una serie di A.I.) potrebbe essere qualcosa di sconvolgente. Sicuro è, che il nostro rapporto con internet cambierebbe.

Se ci pensate è già cambiato ora.
Ho vissuto gli esordi del web (non proprio le prime versioni solo testuali, ma quando già c'era qualche elemento grafico), con le difficolta di connessione, con le potenzialità limitate e si parla solo degli anni novanta. Quell'esperienza era stata in parte una delusione. Non sapevo bene che cosa aspettarmi dal web, ma quello che vidi non mi entusiasmò, per quanto l'idea di computer connessi poteva stimolare la fantasia.
Comunque, i primi utilizzi della rete erano prettamente a scopo di acquisizione dati a distanza. Tutto qui. Ambienti scientifici e commerciali ne facevano uso (questo proprio agli esordi).

Poi tutto è cambiato. C'è stato il bum, e ora internet è diventata la nostra seconda casa (almeno per quelli che non stanno un giorno senza).
Grazie ad internet studio, mi informo, lavoro, gioco, comunico con la mia ragazza e con gli amici, sviluppo e progredisco svariati hobby, osservo il mondo.
Ora, non so voi, ma non riuscirei più a concepire un mondo senza internet (sotto un punto di vista di comodità e potenzialità).
Non abbiamo più bisogno di tagliare migliaia di alberi per stampare libri o quotidiani. Non abbiamo più bisogno della televisione (ed è il motivo del sondaggio).
Già ora, per molti e per molte aziende, internet è diventato fonte di vita; ma non fraintendetemi, fonte di vita solo perché ci permette di velocizzare gli obblighi noiosi (tipo il pagamento delle bollette), di velocizzare l'accesso all'informazione (non bisogna aspettare 1 ORA!!! come alla biblioteca nazionale di Torino, per avere 1 DANNATISSIMO LIBRO); quindi, quando dico che è diventato fonte di vita per molti, intendo dire che ci permette di vivere più a stretto contatto con il mondo. Certo, attraverso una vetrina elettronica (non possiamo certo toccare ciò che vediamo sui nostri monitor), ma ciò arricchisce (ne è un esempio politico e sociale il lavoro che sta svolgendo Beppe Grillo: grazie ad internet sta riuscendo a smuovere, anche se di poco, la politica, organizzando una raccolta firme sotto il nome del V-Day; non solo, grazie ad internet è riuscito a fare un sondaggio tra i parlamentari, che senza e-mail sarebbe stato irrealizzabile; ma ciò che è sorprendente e grande del suo lavoro è quello di aprirci gli occhi verso le potenzialità che abbiamo come popolo grazie ad internet e che prima non avevamo!).
Il problema è solo entrare nella mentalità del sistema web: informazione, comunicazione e strutturazione attraverso internet e concretizzazione nella "realtà" (inteso non su internet, come ad es una raccolta firme).

Questo è il web di oggi. Ed è già molto. Siamo proprio in quello che, per le definizioni di sopra, è il web 2.0: people talking to people.

Allora, cosa potrebbe mai essere il web 4.0? Un'intelligenza artificiale che ci "estende"? Che cosa vuol dire?
Bé, immaginatevi che nel giro di poco (e non sono io a dirlo, ma personalità come Bill Gates, in un articolo - "Un robot in ogni casa" - apparso su "le Scienze" di Gennaio 2007), saremo circondati da robot che "gireranno" per casa e noi ci abitueremo a tal punto da non considerarli neppure (se non quando si guastano).
Pensate: un robot che spazza per terra, uno che si occupa delle piante (potatura e fertilizzazione compresa), uno che tiene d'occhio i bimbi, uno che stira, uno che lava... insomma, degli aiuti domestici non indifferenti. Non pensateli, però, come veri e propri umanoidi. Saranno semplicemente dei marchingegni, dotati di molti più gradi di libertà e decisionalità di ciò che non sono ora.
Bene, ora immaginate un web 4.0 in cui sussistano delle intelligenze artificiali un po' più evolute, che non solo ci fanno da badanti per i piccoli o la casa, ma che ci fanno da consiglieri; per qualsiasi cosa, dal giocare in borsa, al fare delle ricerche su internet per trovare i viaggi meno costosi. Tutte attività che per ora fa l'uomo e solo lui.
Ora, se a queste intelligenze artificiali date la possibilità di gestire in parte l'ambiente domestico robotizzato, bene, avete ottenuto un possibile web 4.0 che non sia un mero collegamento tra computer o uomini.
Esso sarebbe una vera e propria estensione per la razza umana. Come si può definire, altrimenti, una A.I. che ti cerca le migliori offerte per comprare un nuovo appartamento, quando tu te ne stai comodamente a dedicarti ai tuoi hobby o sei ad una importate riunione?
Quando ciò che un singolo uomo riesce a fare da solo è maggiore di prima, dico che quell'uomo possiede qualcosa che lo estende.

Capite perché dico che, a mio parere, il web 4.0 è futuribile mentre il 5.0 no?

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